Spesso in questo ultimo periodo, ascoltando e osservando quello che ci circonda mi capita di pensare: “Mi sembra tutta una barzelletta”, solo che di umoristico proprio non ci riesco a trovare nulla e più che provocarmi un sorriso mi provoca triste riflessioni.
Più volte mi sono passati sotto gli occhi post di scuole yoga che pubblicizzano i loro corsi per insegnanti on line con incitamenti alla frequentazione come: “mai stato così facile” o “comodamente da casa tua”… addirittura, me ne è capitato uno questa mattina con foto/locandina annessa: sfondo nero con scritte evidenziate in arancione con la scontistica per il tale corso per il black friday! (un vero colpo al cuore, tralasciando quello per gli occhi per la completa assenza di senso estetico).
Ancor più sconcertante è stato vedere scuole che avevano già avviato i loro corsi di formazione continuarli come se nulla fosse in modalità on line…con tanto di post e video dei partecipanti alle prese con gli studi e le pratiche (comodamente ognuno da casa propria).
Sono anche io figlia dei miei tempi, infatti anche io per gli yogi che praticavano in sala con me, sono passata alla modalità on line per sostenere quella che era la nostra pratica ma credo che in alcune cose si debbano fare delle differenza, si debbano rispettare dei limiti e che a volte la tradizione vada rispettata più che mai.
Inutile dire, che prima lo Yoga, fosse tramandato solo ed esclusivamente da maestro a discepolo (discepolo sta per un singolo soggetto!). Questa unione che durava anni e anni aveva qualcosa di insostituibile: la costante presenza del discepolo nella vita quotidiana del maestro. Non erano incontri/week end “fugaci” programmati in agende mensili ma la costante presenza nella luce e aurea del maestro e la possibilità di imparare 24h su 24 da ogni suo piccolo gesto. Tante sono le volte in cui ripetiamo che lo yoga non è solo quello che facciamo con il nostro corpo sul tappetino…questa è la conoscenza più superficiale e moderna dello yoga, che è solo uno dei suoi aspetti, chiamato yogasana. Lo yoga viene spesso definito uno stile di vita! E’ per questo che il discepolo era nella VITA del maestro non solo in sala Yoga.
Credo sia scontato sottolineare che se nel nostro percorso di pratica, come yogi, vogliamo continuare a praticare perché davvero sentiamo che lo yoga ci fa stare meglio e sentire meglio a livello emotivo e mentale e proprio non vogliamo rinunciarci in questo periodo, la metodologia on line sia da considerare un mezzo da benedire!
Se però il nostro “scopo” (se di scopo si può parlare) nella pratica è l’acquisire o insegnare/donare l’essenza dello yoga, credo che le cose siano davvero molto diverse e non parlo di brevetti, che già trovo sminuente nella denominazione.
Il virtuale, l’on line, non sostituirà mai la magia superiore, data per scontata fino ad ora, della realtà, quella meravigliosa possibilità di respirare insieme la stessa aria.
Il suono del respiro dei praticanti nella sala…è l’essenza del momento presente, è lo scandire del tempo del qui e ora. Un respiro dopo l’altro uniti nella pratica e nello sviluppo, ognuno, del proprio cammino. Il sudore, le condivisioni, le emozioni scaturite dalla pratica, l’energia e la potenza che scaturiscono dai corpi e dalle loro auree nell’esecuzione degli asana. Gli sguardi, il poter osservare e toccare, sostenere fisicamente, aiutare fisicamente il corpo del praticante per indicargli la strada per quell’asana. Questo è quello che più è assente e irripetibile nelle pratiche on line.
La concretezza della pratica è la sua stessa essenza.
“Lo Yoga è vita!” (reale, aggiungerei)
Ambire a poter percepire o sviluppare tutto questo on line è come sradicare la pratica stessa.
Studiare yoga on line per l’insegnamento, secondo me, non è acquisire qualcosa ma perderlo. Perdersi quell’importante e sacrificante “scomodamente” che ci conduce per davvero dall’altra parte della sala con il tappetino al “vertice” di tutti gli altri.
Per ricevere una copia di Yogi si diventa con dedica e firma puoi scrivermi in privato oppure clicca qui.


