Iniziamo il nostro cammino verso la prima tappa.
Riguardo la Potenzialità Pura, Chopra, con il suo scritto ci porta a conoscere e riflettere sull’esistenza del nostro Sè e del nostro Ego.
Nel profondo del nostro essere noi siamo costituiti da pura consapevolezza. La pura coscienza è la nostra essenza spirituale, nonché fonte di gioia suprema, il luogo in cui risiedono la conoscenza, l’intuito, l’equilibrio, l’armonia e la beatitudine. In questo “ventre silenzioso” nascono i pensieri, i sentimenti e le azioni e prendono vita tutte le forme e i fenomeni della nostra quotidianità. Esso rappresenta la nostra natura fondamentale e di conseguenza tutti noi siamo potenzialità pura.
Il tacito testimone è il nostro vero Sè. L’esperienza o realizzazione del Sè equivale alla comprensione di come il nostro punto di riferimento interiore sia l’anima e non l’oggetto dell’esperienza che ci troviamo a vivere. L’esatto contrario accade quando ci lasciamo influenzare da ciò che avviene e si trova al di fuori del Sè (situazioni, circostanze, persone e cose). In questo caso siamo schiavizzati dal costante bisogno del consenso e dell’ammirazione degli altri per sentirci appagati e degni di considerazione.
Quando siamo soggiogati dagli oggetti materiali, il nostro punto di riferimento interiore è l’ego, che non corrisponde alla persona che siamo veramente ma è una maschera che indossiamo entrando in contatto con coloro che ci stanno intorno, un ruolo che recitiamo di volta in volta. Davanti ai nostri genitori siamo un figlio, così come diventiamo un genitore in presenza dei nostri figli. In ambito professionale cambiamo atteggiamento a seconda di chi abbiamo di fronte, assumendo con i nostri superiori un modo di fare che non coincide con quello riservato ai nostri dipendenti.
La nostra maschera sociale necessita di approvazione, esige di avere sempre il controllo e trova nel potere tutta l’energia che le serve per sopravvivere.
Il nostro vero Sè, la nostra anima, è completamente libera da tali fardelli; immune da qualunque critica, non teme le sfide e non si sente superiore o inferiore a nessuno perchè sa che tutti gli esseri umani sono in realtà il medesimo Sè che assume sembianze diverse.Deepak Chopra
Saper riconoscere quando e che maschere indossiamo è il cuore di questa prima tappa.
Semplicemente osservarsi e imparare a riconoscere.
Per percorrere questa tappa in consapevolezza abbiamo dei km da fare:
1° Km : COLTIVARE L’IMMOBILITA’ NEGLI ASANA
Scegli un asana che apprezzi particolarmente e cerca di tenerla un po’ più a lungo ricercando l’immobilità nel asana stesso. Assumi il ruolo del testimone silenzioso assaporando la tua capacità di concentrarti sul respiro.
2° Km: COLTIVARE L’IMMOBILITA’ NELLA MEDITAZIONE
Sdraiati sul tappetino, sul letto o sul divano imposta il timer per 5 minuti o di più. Appoggia una mano sulla pancia e una sul petto. Inspira profondamente dal naso e gonfia la pancia in modo che la mano si sollevi. Quando hai l’impressione di non riuscire più ad inalare aria, gonfiando la pancia in fuori, inspira ancora un po’ di più. Noterai che adesso è il tuo petto ad espandersi e la mano si solleverà. Ora espira completamente. Percepirai entrambe le mani abbassarsi.
In ogni atto respiratorio osserva dove percepisci nel corpo maggiormente l’aria: la senti nelle narici, sulle labbra o nei polmoni? Continua e osserva. Se affiorano dei pensieri prendine atto osservandoli con curiosità e distacco. Quando la mente divaga riporta l’attenzione all’osservazione del respiro.
3° Km: COMUNICATE CON LA NATURA
Abituatevi ad assumere il punto di vista del testimone silenzioso, osservando dall’immobilità interiore della vostra anima l’attività dinamica che regna nel mondo.
Svegliatevi presto per vedere l’alba, ammirate un tramonto, ascoltate il rumore del mare o il vento tra le foglie, annusate un fiore, osservate e curate con la massima attenzione una delle vostre piante, contemplate un albero, ascoltate il canto degli uccelli, guardate i rami che si muovono al vento. La natura è davvero ricca di stimoli per questo km…sentitevi liberi di trovare quello che più vi fa piacere. Grazie alla pace del vostro silenzio interiore e alla connessione con la natura, potete assaporare la gioia e il rispetto per l’etero movimento della vita in tutte le sue manifestazioni.
4° km: NON FORMULARE GIUDIZI NELLA PRATICA YOGA
Imparare a non formulare giudizi. Realizzando le posture nella vostra pratica, ignorate il bisogno di giudicare le vostre capacità. Iniziate ogni sessione affermando dentro di voi: “Oggi io non giudicherò in alcun modo quello che accadrà” e tenete a mente che l’accettazione di sè è la fonte e l’obiettivo dello yoga.
5° km: NON FORMULARE GIUDIZI
Se avete il vizio di valutare in continuazione voi stessi e gli altri, stabilendo chi/cosa è buono o cattivo, giusto o sbagliato, portate lo scompiglio nel vostro dialogo interiore e interrompete il libero fluire dell’energia che scorre tra voi e il campo della potenzialità pura. Imparate ad evitare questa dannosa abitudine.
Per percorrere i km di questa tappa scarica e stampa da qui la tua credenziale/diario per la 1° tappa.
Se non sai cos’è Il cammino delle 7 tappe spirituali clicca qui



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